CERVICALI? TENSIONI AL COLLO E AI TRAPEZI? LA VISIONE DELL’OSTEOPATIA CRANIOSACRALE

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CERVICALI? TENSIONI AL COLLO E AI TRAPEZI? LA VISIONE DELL’OSTEOPATIA CRANIOSACRALE

Molto spesso i pazienti che si recano dall’osteopata per un mal di schiena o per dolori alle ginocchia alla domanda “Si lamenterebbe di altro?” rispondono di avere rigidità ai muscoli del collo. Ciò accade perché l’area cervicale tende ad essere bersaglio di compensi posturali necessari per disfunzioni in altre sedi corporee.

Le tensioni al collo rappresentano sicuramente uno dei motivi principali di consulto con l’osteopata. Alla richiesta di maggiori dettagli riguardo il problema il soggetto riferisce dolore al muscolo trapezio (a volte bilateralmente) che si manifesta quando si chiede un’inclinazione laterale del collo oppure una rotazione.

Il dolore cervicale, che poi si può trasformare in cefalea o emicrania, si trova anche alla base occipitale e si può estendere su tutta la nuca in direzione retroauricolare. Dietro le orecchie si inserisce infatti un altro importante muscolo del collo: lo sternocleidomastoideo. In osteopatia si è soliti complicare ulteriormente questo nome e chiamare il muscolo sterno-cleido-occipito-mastoideo (SCOM) per rendere chiara la sua inserzione sull’osso occipitale del cranio.

Soluzione della cervicalgia può essere ricercata in una branca peculiare dell’osteopatia,  l’approccio craniosacrale. Non sempre quindi sono necessarie tecniche dirette vertebrali; non sempre è utile il massaggio muscolare fatto con regolarità “per tenere libero il collo”; non sempre lo stretching è la via giusta… O per meglio dire: porre alla base di tutte queste metodiche il trattamento osteopatico craniosacrale potrebbe rivelarsi risolutivo.

Il motivo risiede nella sutura tra osso occipitale e osso temporale, entrambi già citati: la porzione mastoidea dello SCOM si inserisce sul temporale, mentre il trapezio possiede forti inserzioni sulla nuca. Nell’articolazione tra queste due ossa si forma il foro giugulare, da cui passa il pacchetto vasculo-nervoso; tra i nervi troviamo l’ XI nervo cranico, detto accessorio, che innerva proprio i due muscoli segnalati determinandone lo stato tensivo.

Alla luce di questa visione anatomica del cranio si capisce come la soluzione delle proprie tensioni cervicali potrebbe non risiedere nell’artrosi trovata ai raggi X, o nell’ernia trovata in risonanza magnetica, bensì essere legata anche all’imbrigliamento del nervo accessorio nel suo passaggio cranico. Trattando le ossa craniche e mobilizzando il nervo con particolari, e del tutto dolci, tecniche si potrà ristabilire la corretta innervazione di trapezio e SCOM liberando così, a lungo termine, un collo che oramai da anni dava fastidio.

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