OSTEOPATA VENEZIA
Mi chiamo Mirco Boccolini e faccio l’Osteopata (iscritto al Roi, n.3255). Il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone, spinte da un sintomo che a volte si protrae da lungo tempo, a ritrovare il bandolo della matassa che porti al benessere. L’osteopatia mi ha insegnato la globalità. Su questo baso il mio modus operandi: metto insieme i miei percorsi formativi, nonché le mie passioni e curiosità, al servizio di chi mi chiede un consulto.
MIRCO BOCCOLINI
L’interesse per il corpo comincia dal mio passato di adolescente sovrappeso che mi porta a 15 anni in palestra dove inizio ad allenarmi. Verso i 18 anni ho la fortuna di avere come compagno di allenamenti l’istruttore stesso. In questo modo non solo alzo pesi, ma comincio a ragionare su come funzioni il corpo.
Dopo la maturità scientifica, mi laureo all’università degli studi di Padova in Scienze Motorie. Da anni mi alleno e contemporaneamente lavoro a tempo pieno in sala pesi presso una palestra di Noale circondato da stimati colleghi. È qui che, ventenne, vengo a contatto con il metodo Mézières e lo strumento Pancafit®. Comincio così ad occuparmi dei dolori delle persone e a ricercarne le cause analizzando la postura. Vedendo grandi risultati non mi accontento dei livelli base, e partecipo con entusiasmo anche a tutti i livelli avanzati a Milano. Ben presto le ore in sala pesi vengono sostituite dalle ore in “saletta personal” a lavorare, one to one, con questo meraviglioso metodo.
Il metodo Mézieres però è sostanzialmente formato da posture statiche, mentre il corpo umano è un insieme di ingranaggi dove il movimento la fa da padrone. Comprendo quindi come sia necessario integrare questo approccio statico con uno dinamico. Trovo quello che cerco nel Metodo Pilates.
Mi formo sia in Pilates-Mat (lavoro al suolo) sia in Pilates-Studio (lavoro con i macchinari). Lascio così il lavoro in palestra ed entro nello staff di un centro pilates nel quale si fanno solo lezioni individuali. Qui, ancor prima del movimento, lo scopo ultimo è la comprensione del soggetto, della sua postura, dei suoi acciacchi per offrirgli la proposta motoria più adeguata non solo per il condizionamento fisico, ma soprattutto per migliorarne la qualità di vita. Inizio la scuola di osteopatia e, nel 2013 fondo con due colleghi uno studio pilates nel quale lavorerò per 4 anni (potendo già far fare movimento ma con una visione più profonda).
Nella formazione infatti mi manca ancora un tassello: la comprensione. Il metodo Mézieres si occupava del lato statico della correzione posturale; il Pilates si occupava del lato dinamico, della rieducazione funzionale… mi mancavano ancora i perchè di quei sintomi. Perciò mi iscrivo all’EIOM di Padova (European Institute for Osteopathic Medicine) dove completo i 6 anni di formazione. Questi comprendono lezioni frontali, lezioni pratiche, tirocinio clinico interno, tirocinio esterno all’istituto, compilazione della tesi finale, e l’esame per l’iscrizione al Registro degli Osteopati d’Italia. Qui oltre alle tecniche strutturali, viscerali, cranio-sacrali, fasciali apprendo a ragionare in base alla globalità dell’individuo, secondo le leggi dell’anatomia e della fisiologia, e divento consapevole di come il corpo tenda alla salute. Sta quindi a me, come osteopata, stimolare il corpo e potenziarne le intrinseche capacità di autoguarigione .
Da non dimenticare l’interesse per l’alimentazione che mi ha da sempre accompagnato. Prima sondavo questo campo con l’occhio del professionista del fitness il cui scopo era il dimagrimento e la buona resa atletico-estetica; ora il mio quotidiano mi porta a guardare all’alimentazione come fondamentale strumento di salute in grado di favorire il benessere o di aiutarne il ripristino. (Attualmente sono iscritto al corso di laurea magistrale in nutrizione umana).
Questo l’excursus professionale che ha portato al mio modo di fare osteopatia, disciplina a cui oggi mi dedico completamente. Un modo fatto di formazione, esperienza e passioni. Sono quindi un osteopata che utilizza un metodo integrato: osservazione del corpo, percezione delle sue tensioni unite al vissuto personale, il movimento come fonte di liberazione e come strumento di mantenimento indipendente dal terapeuta, infine un’attenzione all’alimentazione e all’aiuto che anch’essa può dare nell’analisi e ripristino degli equilibri del corpo.