CERVICALI: RISOLTI IN DUE INCONTRI CON L’OSTEOPATIA

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CERVICALI: RISOLTI IN DUE INCONTRI CON L’OSTEOPATIA

“Ho spesso male al collo e alle spalle” in questo modo esordisce una donna in cerca d’aiuto dall’osteopata.

IL SOGGETTO e I SUOI SINTOMI

Donna sulla quarantina, parrucchiera, da più di dieci anni soffre di “cervicali” (vedi LINK). Nella fattispecie i fastidi sono localizzati ad entrambi i trapezi, e sul tragitto dello sternocleidomastoideo (un muscolo che dal cranio dietro le orecchie scende in diagonale avanti sul collo fino al bordo superiore dello sterno). Il sintomo è presente quotidianamente; spesso accompagnato da parestesie (formicolii) alla mano destra durante il giorno. Nei momenti peggiori si manifesta nausea e dolore retro oculare che costringe il soggetto a ricorrere a farmaci. Durante l’anno la donna si reca da un massaggiatore per ridurre le tensioni muscolari con alcuni cicli di massaggi.

ANAMNESI

Il soggetto racconta di aver subito, nei primi anni del duemila, due tamponamenti a cui ha fatto seguito il consueto protocollo di fisioterapia di riabilitazione. Due interventi chirurgici: adenoidi e parto cesareo. In giovane età ha allargato il palato (ortodonzia); e ha portato il busto per due anni. Racconta di aver affrontato un percorso multidisciplinare per uscire dall’anoressia.

Nell’analisi degli apparati racconta di soffrire di roncopatia, e di lamentare spesso durante le sindromi influenzali l’ovattamento dell’udito. Per quanto riguarda il sistema digestivo soffre di eruttazione (almeno una volta al giorno), e l’evacuazione si è impigrita a seguito del parto, svuotando l’intestino anche ogni due giorni. Fa fatica ad addormentarsi e soffre di risvegli notturni.

Grado di attività fisica bassa, ma non assente.

OSSERVAZIONE e PALPAZIONE

Posturalmente nulla di rilevante nonostante gli anni di busto; solo un leggero gibbo a livello dorsale, e rigidità lombare nella flessione avanti. Il collo, motivo del consulto, è effettivamente limitato in rotazione e inclinazione sinistra.

L’addome risulta molto gonfio e dolente, soprattutto sui quadranti di destra (colon ascendente).

All’ascolto craniale il ritmo cranio sacrale risulta fermo.

A livello occlusale il soggetto, nonostante l’ortodonzia, presenta morso crociato e atrofia di entrambi i muscoli massetteri.

TRATTAMENTI ed EVOLUZIONE DEL SOGGETTO

Il primo incontro è stato dedicato in gran parte alla raccolta di tutte le informazioni per “risolvere” il caso. Sono stati lasciati dei consigli sulla gestione del gonfiore viscerale. È stato attuato un approccio di liberazione del sistema cranio sacrale.

Rivista a quindici giorni, la donna riferisce di sentirsi meno gonfia, e di evacuare regolarmente tutti i giorni. Anche il collo è migliorato notevolmente; i fastidi si sono presentati solo un giorno (su quindici) e con un’intensità minore. Va ricordato che nel trattamento il collo o “la struttura” non sono state trattate.

Il secondo trattamento, è stato dedicato all’insegnamento di quattro semplici movimenti: uno per mobilizzare la schiena, uno per le spalle, uno per il collo, ed infine uno relativo alla respirazione.

Rivista ad un mese di distanza, con due trattamenti all’attivo: tutto era risolto. Il collo era più libero e non si è palesato con la tensione ai trapezi. L’intestino è continuato regolare; e il soggetto russa meno avendo così notevolmente risolto anche la roncopatia. Pure i disturbi del sonno si sono pressoché azzerati.

CERVICALI: IL RAZIONALE OSTEOPATICO

Non sempre è necessario un approccio diretto alla struttura; non sempre è necessario schioccare il corpo dalla testa ai piedi.

L’investimento di tempo nel primo incontro con il paziente serve all’ascolto e all’individuazione degli eventi e dei comportamenti  che portano come risultato al sintomo. Trattati i sistemi in disequilibrio (che molto spesso non sono quelli che lamentano il fastidio), e sospesi i comportamenti sbagliati del soggetto, il corpo torna a funzionare. In due incontri, e nell’arco di un mese sottoposto ai corretti stimoli, il corpo riesce a recuperare un malessere durato dieci anni.

Paradossalmente, solo dopo due o tre incontri di questo genere (improntanti sulle cause) si può arrivare a mettere mano alla struttura, al collo in questo caso. Si dà cioè, alla fine, uno stimolo alla struttura per accelerarne il recupero, ma solo perché si sa che oramai le cause sono state individuate e inattivate.

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