Se non si dovesse essere sicuri delle proprie ginocchia, insicuri sullo stato delle proprie cartilagini, oppure temere l’arrivo dell’osteoporosi… prima di tutto bisognerebbe pensare a che tipo di stimoli vengono somministrati a queste strutture.
Utile risulterà farsi amico l’impatto al suolo!
Anche gli astronauti, uomini e donne nel pieno della potenza fisica, al tornare dallo spazio dopo mesi in orbita si trovavano con le ossa fragilizzate. Cosa mancava a queste persone in piena forma? La forza di gravità, lo sforzo muscolare, l’impatto.
esempi
Quando corriamo scarichiamo a terra attraverso un arto solo circa 3 volte il nostro peso. Moltiplicando questo valore per il numero di passi che vengono fatti in un’uscita avremo un numero incredibile. Vibrazioni che attraversando tutta l’ossatura stimoleranno gli osteoblasti a rinforzare le trabecole ossee, a cui aggiungere tutte le trazioni sulle giunzioni osteotendinee da parte dei muscoli.
[Nel concreto, ognuna delle due gambe di un uomo medio di 75kg, in una corsa di 12km, sopporterà circa un milione e trecentocinquanta mila chilogrammi! E non si parla di olimpionici, o atleti professionisti, bensì del vicino di casa che va a correre presto al mattino]
le scuse
“Ah, ma le ginocchia… “
“Ah, ma le cartilagini…”
“Eeeh, ma il dottore ha detto… “
“Eeeh, ma la mia ernia… “
Altre?
la soluzione
Non si comprano le scarpe da corsa e, indossate, si esce per correre almeno 20 minuti perché hanno detto che così si bruciano i grassi. Bisogna cercare l’accompagnamento di chi ne sa qualcosa. Inizialmente un laureato in scienze motorie che abbia una minima esperienza di corsa potrà aiutare nella gestione del volume e ed intensità dell’attività (camminata, camminata veloce, camminata con inserti di brevi corsette, corsa vera e propria). Quando il corpo avrà dato inequivocabili segnali di adattamento e si avrà preso gusto tanto da voler chiedere di più al corpo ci si potrà rivolgere ad allenatori specifici per dei piani di progressione ed esercizi più tecnici.
Riguardo cartilagini, ginocchia, etc... la sollecitazione del movimento, misurato nella sua somministrazione, sia esso la corsa, il ballo, l'aerobica, il tennis o l'escursionismo, migliorerà il trofismo di tutte le strutture messe in gioco, e non si avranno più incertezze riguardo le "giunture" e nemmeno timore dell'arrivo dell'osteoporosi.
Ultimo suggerimento: prima di mettere al lavoro il corpo, accertatevi che la struttura sia pienamente disponibile, che non vi siano grossolane restrizioni di movimento: contattate un osteopata che controlli la vostra “meccanica”.
Mirco Boccolini, osteopata, chinesiologo laureato in scienze motorie, a Venezia Mestre.