L’ELEVATORE DELLA SCAPOLA IN OSTEOPATIA

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L’ELEVATORE DELLA SCAPOLA IN OSTEOPATIA

Una delle aree di dolore più frequentemente riferite dai pazienti, quando si parla di cervicalgia, è l’elevatore della scapola; che partecipa anche nei casi di cefalea, emicrania.

Questo piccolo gruppo di filamenti muscolari, se confrontato con altri muscoli giganti, è facilmente sede di dolore sia nella sua inserzione (l’angolo superiore della scapola, vicino alla base del collo) sia nella sua origine a livello cervicale (le prime quattro vertebre). A ricoprirlo troviamo il trapezio, altro muscolo molto citato dai pazienti, e incolpato per i dolori cervicali.

Stimolando questi punti generalmente si esacerba dolore. Grossa attenzione, quindi, a quei professionisti che punteranno su questo fenomeno per convincervi che la vostra cervicale ha bisogno di innumerevoli trattamenti; che avete una contrattura che va assolutamente mollata. Attenzione perché questo approccio fa facilmente presa su un contesto di aspettative e credenze comuni:

“Se mi fa male vuol dire che ho una contrattura… che dovrà essere liberata”;

premendo lì– “Ahi; premi premi, è il male che fa bene, vuol dire che si sta andando a segno”;

“Sei stressato/a?”, “e si, è un periodo…”, “eh, si sente, somatizzi tutto qui sulle spalle, senti come sei duro/a”;

Queste sono frasi che sicuramente chiunque ha detto o ha sentito dire più volte. Insomma se avendo male al collo il terapeuta mi tratta lì dove duole e riesce anche a scatenare il dolore con la digitopressione, si sarà più contenti e fiduciosi rispetto al professionista che mi dice che il problema cervicale viene da altre strutture (la mandibola, la lingua, gli occhi… la gamba opposta) e al collo non dà il minimo trattamento.

Non necessariamente una contrattura va “demolita”. La tensione muscolare di un muscolo potrebbe aver senso nell’economia generale del corpo. Non necessariamente un muscolo andrà aggredito direttamente causando dolore (anche se, come detto, molti pazienti cercano questo approccio e ne sarebbero contenti). È vero che col dolore indotto da digitopressioni dirette si cerca di inibire la tensione di quel muscolo; è altrettanto vero però che il dolore scatenato potrebbe indurre una difesa del corpo, il sistema difficilmente sarà disponibile.

Il trattamento dell’elevatore della scapola per problematiche di cervicalgia, emicrania/cefalea va inserito all’interno di un’analisi più globale: l’assetto del capo (anteposto/retroposto); restando nella testa vanno considerati mandibola, occhi e lingua; scendendo, il posizionamento e la mobilità dello sterno; la tensione del piccolo pettorale (un muscolo lontano dalla cervicale e dalla sede del dolore ma profondamente coinvolto nella gestione della scapola e quindi in relazione con stati tensivi dell’elevatore); fino ad arrivare a catene ascendenti provenienti dai piedi.

Riassumendo:

il trattamento per dolori cervicali e cefalea/emicrania non necessariamente dev’essere diretto alle aree interessate in prima battuta; non necessariamente deve scatenare dolore, anzi meglio se non lo scatena!

Il corpo è più complesso di un muscolo da premere.

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