“Mi daresti un’occhiata? Sono caduto e ho messo male il polso… Stavo scendendo le scale e ho storto la caviglia… in partita un avversario ha battuto contro il mio ginocchio…”.
“Quando è successo?”
“Ieri”.

In presenza di trauma ci si può trovare di fronte ai segni dell’infiammazione: dolore, gonfiore, calore, rossore, funzione lesa. Tali segni rappresentano il normale procedere del processo di guarigione.

Più che cercare l’aiuto immediato di un osteopata, di un fisioterapista, o del tira ossi del paese avrebbe senso recarsi al pronto soccorso per sincerarsi che non ci sia nulla di rotto che necessiti di stabilizzazione (ossa o strutture articolari).

Il tipico gonfiore che dura tre, quattro giorni non è una cosa che dev’essere fatta sparire il prima possibile per tornare alle normali attività. Il gonfiore, con la conseguente limitazione funzionale e con il dolore risvegliato ad ogni azione incauta, rappresenta un intelligente sistema di difesa del corpo per mettere a riposo l’area lesa. Così facendo si concederà al corpo il tempo perché i tessuti possano guarire senza sollecitazioni da parte del soggetto o da terapeuti in buona fede.

Diversa invece la situazione in cui il trauma sia avvenuto settimane prima, vi sia stata l’indagine medica attestante che nessuna struttura sia lesa, ma ancora si manifesti dolore e limitazione funzionale. In questo caso ha senso procedere con la terapia manuale. È corretto rivolgersi ad un osteopata per comprendere perché dopo il processo di guarigione tissutale il corpo non abbia ritrovato ancora le proprie capacità.

Mirco Boccolini, osteopata a Venezia Mestre.