IPERLORDOSI E PROLASSO: L’OSTEOPATA SPIEGA IL NESSO

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IPERLORDOSI E PROLASSO: L’OSTEOPATA SPIEGA IL NESSO

Spesso si è portati a pensare che un certo grado di prolasso uterino, e magari una lieve incontinenza, rappresenti il normale invecchiamento del corpo con le sue funzioni. L’osteopata, con altre figure professionali, fa parte della squadra che può lavorare sul tema a partire dalla prevenzione.
 
Questa idea relativa ad un inevitabile cedimento delle strutture fa comodo perchè rende il soggetto passivo in attesa degli eventi, piuttosto che parte attiva nella prevenzione. Quando il ginecologo diagnostica un inizio di prolasso uterino la donna viene indirizzata alle ostetriche che si occupano di valutare la funzionalità del pavimento pelvico e rieducarlo. Anche l’osteopata può apportare il suo contributo agendo, oltre che sull’aspetto tissutale perineale, anche sull’equilibrio osseo della pelvi, della colonna lombare, e sulla massa viscerale aiutando il lavoro delle ostetriche .
 
Non solo bacino e pavimento pelvico quindi; vi sono infatti importanti aspetti da tenere in considerazione già in un’ottica preventiva: la zona lombare e la tenuta addominale. Ciò non significa fare centinaia di addominali in palestra. Mi riferisco ad una presa di coscienza della respirazione, della funzione espiratoria dell’addome, e di un’integrazione di ciò nel movimento.
 
Durante lo svolgimento di sforzi fisici la pressione intraddominale che viene a crearsi è rivolta verso la forte zona ano-coccigea (freccia verde nella foto); area rafforzata dalla presenza del muscolo elevatore dell’ano. In caso di accentuazione delle curve rachidee, con un’iperlordosi lombare e il bacino in anteversione le cose cambiano (frecce rosse). La cintura addominale perde la sua tenuta, ancor più se in presenza di sovrappeso o di un addome gonfio, e le pressioni intraddominali spingeranno l’insieme viscerale  a livello vaginale; area ben meno resistente rispetto la porzione posteriore.
 
Per queste ragioni è molto importante far valutare da un osteopata con un’esperienza nella rieducazione motoria la propria postura, le curve della colonna, il posizionamento del bacino, la tenuta ed il controllo addominale. Su questa analisi poi si svilupperà l’iter terapeutico più adatto che sarà composto da manipolazioni e da pochi mirati esercizi insegnati al soggetto. In questo modo aumenterà la propriocezione (percezione-controllo del corpo) e si renderà il paziente indipendente nel suo percorso verso il benessere.

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