L’uomo per proteggere la testa ha pensato il casco, fatto di un solo pezzo. La Natura per salvaguardare il cervello ha creato il cranio: un insieme di ben 22 ossa. Questo risulta essere leggero, resistente e dotato di grande plasticità grazie alle innumerevoli articolazioni.
Perché molte ossa e non un solido blocco come un casco da motociclista?
Perché in questo modo le suture, così si chiamano le articolazioni craniche, possono gestire le pressioni che danno vita al movimento: l’MRP. Il nome assegnato a tale movimento, Meccanismo Respiratorio Primario, rende bene l’idea dell’espansione e restringimento a cui ritmicamente va incontro la testa. La spinta deriva dal CRI (Cranial Rhythmic Impulse), la cui frequenza è di 10-12 cicli al minuto.
L’osteopata è in grado di percepire il movimento del sistema craniosacrale (di cui fa parte anche l’osso sacro) definendone Ritmo, Forza, Ampiezza. Eventuali anomalie dei tre parametri possono portare a sintomi anche distanti dalla sfera cranica, come ad esempio un mal di schiena, oppure una sintomatologia neurovegetativa ed esaurimento della dinamicità mentale: tristezza, spossatezza, depressione portando l’osteopata a collaborazioni magari inaspettate come lo psicoterapeuta.