AUTOGUARIGIONE: OSTEOPATIA E IL RUOLO DEL PAZIENTE

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AUTOGUARIGIONE: OSTEOPATIA E IL RUOLO DEL PAZIENTE

“Rallegratevi dei vostri poteri interiori perché sono la fonte della vostra salute e della vostra perfezione.”

Ippocrate di Cos (460a.C. – 377a.C.)


Nelle parole di una pietra miliare della medicina si possono scorgere due concetti fondamentali: la fiducia nelle capacità corporee, ma anche la responsabilità del mantenerle al meglio.

In fisiopatologia la guarigione è il processo di ritorno alla normalità dopo una patologia o un danno tissutale. In seguito ad una contusione si forma un ematoma che nei giorni a seguire svanirà; se ci si taglia la cute tenderà a rimarginarsi; se veniamo a contatto con un patogeno il nostro organismo darà il via alla febbre…

L’organismo tende alla salute, e non alla malattia. In un costante adattamento tra ambiente esterno ed ambiente interno, il corpo, vi è il mantenimento dell’omeostasi.

A volte però il disequilibrio è tale che il corpo non può esprimere al meglio la sua capacità di autoguarigione (uno dei principi fondamentali dell’osteopatia). Una disbiosi della flora batterica, calorie in entrata e in uscita, ritmo sonno-veglia, virulenza di un virus, esposizione costante ad un allergene, rapporto emozioni negative/positive, vastità di un’ustione… tanti sono gli ambiti che possono determinare un disequilibrio e la perdita della piena capacità corporea di autoguarigione.

Duemila e quattrocento anni dopo Ippocrate di Cos, con l’avvento di tecnologie sempre più potenti, con il progresso della farmacologia, la tendenza è stata quella di dimenticare la responsabilità individuale nei confronti del nostro stato di salute. “Ho mal di testa  due o tre volte alla settimana; prendo una tachipirina e mi passa”; “Non evacuo tutti i giorni, sono stitica, mi hanno detto che è normale, che ognuno ha il proprio ritmo; prendo le pastiglie la sera e al mattino ne faccio un po’”; “Ho da molto male ad una spalla, il fisioterapista mi avrebbe  consigliato di fare con costanza degli esercizi, ma l’ortopedico mi ha detto che quando sarà ora mi opererà…”.

Nella mente di molti l’approccio fondato sulla responsabilità è stato sostituito dalla medicina allopatica, comunque basata sugli insegnamenti di Ippocrate secondo i quali contraria contrariis curantur (i contrari si curano con i contrari). Ci si affida allora, non più alla forza interna, bensì ai “farmaci anti”: antinfiammatori, antistaminici, antidolorifici. Affidamento passivo che non considera la causa, la nostra parte di responsabilità, e che con quel farmaco si sta sopprimendo la naturale risposta del corpo ad un problema. Viene da pensare che degli insegnamenti di Ippocrate si sia preso ciò che faceva più comodo.

Si capisce bene quindi come vadano recuperate quelle antiche intuizioni che possono restituirci il controllo su ciò che siamo e sul mantenimento del nostro stato di salute. Compresa la nostra responsabilità, si potrà dare fiducia al corpo investendo quindi tempo e attenzioni su di esso; si restaurerà la normale capacità di autoguarigione e i risultati non tarderanno ad arrivare, ma soprattutto a permanere.

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