CASO VIANELLO: PERCHÉ È IMPORTANTE CHIARIRE
È il momento storico che impone di fare chiarezza sul caso che ha sollevato un polverone attorno all’osteopatia e alla chiropratica. Entrambe infatti sono state recentemente riconosciute come discipline sanitarie, ma il percorso politico è ancora lungo. Notizie come questa quindi, fossero vere, non farebbero bene.
Quanto si legge su giornali e siti, oppure si sente nei telegiornali è un pessimo esempio di giornalismo. Il problema è che ciò investe discipline innocenti dall’accusa; potrebbe limitare l’accesso di pazienti a cure che gioverebbero loro; nonché si presta a strumentalizzazioni da parte di certe classi professionali contro la nascita di nuove figure sanitarie “scomode”.
SCREDITARE TUTTA L’OSTEOPATIA PER UNA MANCIATA DI TECNICHE SPECIFICHE
Da giorni si leggono titoloni che dicono espressamente di fare attenzione alle manipolazioni al collo utilizzate dall’osteopatia e dalla chiropratica. Si citano solo le tecniche al collo, e in realtà nemmeno tutte, ma la sineddoche è presto servita: ci va di mezzo il tutto per la parte. Il percepito dal cittadino è infatti diverso: l’osteopatia e la chiropratica, nella loro totalità, sono rischiose e possono addirittura causare l’ictus.
IL VALORE DI CHI SI PRONUNCIA: GIORNALISTA VS MEDICO
Nell’immagine a corredo dello scritto da un lato si ha l’esempio di becero giornalismo che crea allarmismo, parole di un giornalista fondate sul racconto di un altro giornalista (protagonista della triste vicenda, ma le cui conoscenze di medicina e tecniche manuali hanno sicuramente forti limiti); mentre dall’altra parte si ha l’articolo riguardante un medico che, ospite a Medicina33, tesseva le lodi dell’osteopatia, e non per opinione personale, bensì a ragion veduta (esperienza sul campo e metodo scientifico).
Gli articoli riguardanti il caso Vianello che si trovano in questi giorni in rete sono di varie lunghezze, ma sembrano quasi un copia e incolla di una stessa fonte. Tutti hanno in comune nel titolo le parole “attenzione, manipolazioni al collo, osteopatia, chiropratica”. Solo un paio però, verso la fine, menzionano il fatto che non vi sia certezza del nesso causale tra manipolazione e ictus. Tale raro inciso in ogni caso è scritto in piccolo, e troppo avanti nell’articolo per essere letto e ricordato dai più rispetto al titolone che capeggia la pagina.
I mezzi di comunicazione ponderati quindi dovrebbero sempre dare voce a chi possiede i titoli per pronunciarsi. Si comprende quindi la differenza tra le parole di un dottore se comparate a quelle di un giornalista che, nella triste vicenda, si attacca comprensibilmente a tutto nella ricerca della causa alla sua immotivata sfortuna.
Approfondendo il tema della diversa caratura e peso delle parole di un articolo rispetto all’altro si noti come il dottore che difende l’osteopatia, non sia un medico qualsiasi che espone il suo personale modo di pensare. Il dottor Lorenzo Genitori è nientepopodimeno che neurochirurgo, direttore del Centro di eccellenza di Neurochirurgia e coordinatore scientifico internazionale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze e coordinatore regionale di neurochirurgia pediatrica.
IL VALORE DEI NUMERI: UNO vs CENTINAIA
Continuando nella lettura dell’articolo riguardante il dott.Genitori si legge di uno studio durato 10 anni ad avvalorare l’efficacia dei trattamenti osteopatici. Dieci anni per uno studio non sono pochi, anzi! Quindi ancora una volta valutando la qualità dell’informazione vediamo da una parte un caso singolo esposto mediaticamente e reso portatore di un’idea sbagliata contro un articolo ricco di valore medico e avvalorato da ben oltre cinquecento bambini trattati nell’arco di una collaborazione che dura da 10 anni a cui però nessuno ha dato risalto (se non medicina33, ma rappresenta una rubrica, quindi una nicchia; l’articolo stesso è stato preso da un sito specializzato).
I TITOLI: ATTENZIONE ALLE MANIPOLAZIONI OSTEOPATICHE (AL COLLO)
Se recarsi da un osteopata fosse davvero così rischioso per un adulto, figuriamoci cosa sarebbe per i tanti pazienti pediatrici. L’osteopatia è infatti il trattamento elettivo per molte delle problematiche del neonato e proprio per questo il dottor Genitori era in televisione: per parlare di plagiocefalia. In quell’occasione il neurochirurgo non solo ha speso parole in favore dell’osteopatia, ha anche lasciato trasparire una superiorità di questa disciplina se comparata alla fisioterapia in merito al problema trattato (e ciò sulla base della propria attività scientifica). Quindi ascoltando un medico parlare si scopre che gli allarmismi sono infondati e anzi che l’osteopatia craniosacrale si rivela specifica per organismi ben più delicati delle vertebre cervicali di un adulto.
DUE CONTI SULLA PERICOLOSITÀ DELLE MANOVRE AL COLLO
Un ulteriore modo per smascherare la forma di giornalismo oltremodo superficiale che si è occupata della questione basta fare due conti veloci.
Si prenda un chiropratico; è nella chiropratica che ci si avvale largamente di tecniche dirette ad alta velocità e bassa ampiezza, “gli schiocchi”. In una giornata media questo professionista schioccherà, approssimando per difetto, tra i quindici e i venti colli. Ciò significa, al mese, 370 manipolazioni pericolose per come le definiscono i frivoli mal informati. Moltiplicando per 11 mensilità (anche se con partita iva il chiropratico si riposa un mese) tutto si traduce in 4000 colli schioccati all’anno.
Numeri che si riferiscono ad un solo chiropratico su territorio nazionale, si aggiungano tutti gli altri, e gli osteopati che si avvalgono di tali tecniche (non tutti lo fanno): si otterrebbe un numero enorme di possibili ictus. Ma ovviamente… così non è.
Fossero davvero manovre pericolose come vogliono far credere, chi assicurerebbe un chiropratico?
CHE FORMAZIONE AVEVA L’OSTEOPATA?
Alcune classi professionali hanno già rilasciato scritti strumentalizzando il caso e portando acqua al loro mulino. Vale ricordare però che, non essendo trapelata l’informazione riguardante il tipo di formazione dell’osteopata da cui si recò il giornalista Vianello, il terapeuta manuale in questione potrebbe essere un medico-osteopata, un fisioterapista-osteopata… oltre che un laureato in scienze motorie, un infermiere, un osteopata “puro” (senza laurea pregressa).
Un’altra opzione: chi ha svolto la manipolazione sullo sfortunato giornalista potrebbe essere un sedicente osteopata (come esistono i finti ortopedici, dentisti, etc. etc.).
Proprio perché l’Italia è in ritardo rispetto al resto del mondo per quanto riguarda l’inquadramento della disciplina e la formazione universitaria per gli osteopati si consiglia sempre ai pazienti di informarsi sul percorso formativo del proprio terapeuta.
Si può presupporre comunque che, visto il personaggio pubblico coinvolto nel caso, difficilmente si sia rivolto al primo osteopata incontrato su il miodottore.it, o al meno caro, o al meno titolato.
POCHI ESEMPI PER CHIARIRE
Parafrasando un articolo di questi giorni: “non si producano più coltelli perché potrebbero uccidere”.
Oppure “Attenzione alla chirurgia tutta perché in un intervento vi è stata una non voluta lesione ad un nervo“.
Per rendere ancora più chiaro l’effetto deleterio che questo modo di fare informazione possiede ecco un ultimo esempio regionale: Venezia; acqua alta straordinaria; pessima informazione sensazionalistica e il risultato sono state cancellazioni di prenotazioni alberghiere e la riduzione del flusso turistico perché … ATTENZIONE VENEZIA È PERICOLOSA* (così come l’osteopatia*).
*sarcasmo
CONCLUDENDO
Articoli come questi, scritti in questa maniera, più che una pessima pubblicità, non hanno ragion d’essere. Redigere articoli così superficialmente significa voler manipolare l’opinione pubblica. La maggior parte della popolazione non ha i mezzi per filtrare in modo critico la notizia che quindi viene presa per vera (si pensi a tutte le fake news che circolano nel web).
Dall’attenzione verso un certo tipo di manipolazione (che può essere condivisibile) all’allontanamento da tutta la disciplina il passo è breve. Il tam tam mediatico poi fa il resto: le dimensioni dei titoli, l’estrema ripetizione tra siti e telegiornali (che danno risalto alle sorti di un collega), il volto noto, il modo sbrigativo con cui viene trattato il caso senza l’approfondimento di professionisti che abbiano l’autorità per parlarne con cognizione di causa.
Il mio compito di osteopata, oltre quello di manipolare dando risposte e soluzioni a chi magari scoraggiato le cerca da anni nei classici canali medicali, è di informare e di educare la comunità che mi sta attorno e che potrebbe trarre beneficio dalle conoscenze e competenze della disciplina che ho deciso di approfondire ed esercitare. Disciplina che negli ultimi anni sta arrivando alla sua definizione in Italia e al pieno riconoscimento nel mondo medico come successe alla fisioterapia intorno al 1994 e che quindi non necessita di questa faziosa esposizione mediatica.