ALLENAMENTO A CASA: COSA DEVI SAPERE

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ALLENAMENTO A CASA: COSA DEVI SAPERE

“Ho fatto un esercizio e mi sono bloccata col collo”

È risaputo che la sedentarietà indebolisce il corpo, peggiora lo stato delle articolazioni, e ostacola anche le basilari funzioni vegetative. Mantenersi in movimento può considerarsi la migliore terapia per le nostre articolazioni e scongiurare il sopraggiungere di dolori; l’importante però è farlo nella maniera corretta.

Il lato positivo della cosa è che gli strumenti per raggiungere il benessere sono davvero alla portata di tutti. Basta avere la voglia.
Inoltre non serve recarsi in nessun luogo specifico, pagare costosi abbonamenti, o investire in chissà quali attrezzature. Basta il corpo.

L’allenamento in casa può avere sostanzialmente due scopi: il benessere generale, oppure la tonificazione. Per raggiungere il primo si utilizzano attività a basso impatto, mentre per il secondo scopo l’impegno è maggiore e per questo necessita di maggiori accortezze.

In osteopatia, così come in fisioterapia, in più si fa largo uso di esercizi a scopo terapeutico insegnando ai pazienti quali movimenti compiere comodamente a casa per velocizzare i risultati dei trattamenti e poi mantenerli. Il lavoro è volto a ristabilire equilibri muscolari, riallineare posture, ridurre rigidità lubrificando le articolazioni ed evitando in questo modo l’usura. Questi esercizi, che non prevedono sforzi eccessivi, infatti aumentano il flusso sanguigno ai muscoli e alle articolazioni migliorandone il trofismo con sostanze nutritive e rimuovendo le sostanze di scarto.

CASO REALE
Paziente: Buongiorno, le chiedo un consiglio: due giorni fa ho fatto un minuto di plank e mi sono bloccata collo e spalle. Come posso alleviare il dolore? Grazie.

Osteopata: Salve, prima di rispondere ho due semplici domande: immagino non fosse la prima volta che faceva quell’esercizio, corretto? Immagino anche che non abbia fatto solo quello, corretto? Un minuto in posizione di plank, per quanto mal eseguito (il che motiverebbe il blocco), credo difficilmente possa bloccare il collo… osservazione ancor più valida se non era la prima volta che si accingeva a tale attività. L’allenamento era composto forse di altro? Elastici, pesetti? burpees? verticali o sollevamenti delle braccia oltre la testa?

P: Sollevamenti delle braccia e vari esercizi con elastico…e no, non era la prima volta…

O: Ecco, infatti. Il problema quindi è derivato o dal carico di lavoro, cioè dal sommarsi degli esercizi, o da uno in particolare, punterei sugli elastici (spesso esercizi per i bicipiti o “spalle anteriori”). [È seguito un consiglio specifico sul da farsi] Questo non è proprio quello che consiglierei in studio… ma dovrebbe funzionare. Può altrimenti provare col classico stretching per trapezi, e per i romboidi (per questi basta interrogare google). C’è da dire che a volte, in acuto, quello dei trapezi risulta essere fastidioso, mentre esercizi per i romboidi solitamente sono più accettati dal corpo. Ricordi poi che il collo spesso è vittima e non carnefice, ma questo lo scopriremo in studio.

Al giorno d’oggi vanno di moda, e sono di fatto efficaci, tecniche di allenamento ad alta intensità: circuiti, tabata, hiit, calisthenics. Balzi, burpees, verticali, affondi saltati… attraverso velocità, grosse accelerazioni e decelerazioni, brevi tempi di lavoro, ancor più brevi tempi di recupero, pur a corpo libero, questi allenamenti sono in grado di generare grossi carichi.Fondamentale quindi per evitare infortuni è avere coscienza.
Coscienza vuol dire propriocezione, ma non solo. Quindi la capacità di percepire e governare appièno il proprio corpo assecondandone le richieste. Consapevolezza del livello di allenamento su cui cimentarsi. Coscienza quindi dei limiti; limiti che vanno rispettati prima che superati. Limiti che è meglio spostare, piuttosto che superare.

Il secondo fondamentale è la responsabilità.
Essa è legata al fatto che a casa si è soli, senza la supervisione di alcun personal trainer. Si è quindi responsabili delle proprie scelte, del tipo di allenamento, nonché del raggiungimento dei propri scopi mantenendo al minimo i rischi.

Non basta fare, bisogna fare bene.

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