AGIRE, OLTRE LE ETICHETTE

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AGIRE, OLTRE LE ETICHETTE

“Ho fatto la risonanza, ho un’ernia”
“Mi hanno detto che ho un tendine infiammato e che comincia ad essere sfilacciato; si potrà agire chirurgicamente solo quando si romperà”
“Ormai da dieci anni ho un dolore alla schiena, ho fatto i raggi, mi hanno trovato un po’ d’artrosi; è l’età”

Tutte queste frasi implicano uno stop al pensiero, la cessazione nel ricercare una soluzione, o comunque il miglior adattamento possibile.

Quello che invece bisogna fare, è proprio mettere al lavoro il cervello, ormai sensibilizzato al dolore, con domande diverse:

“Ho un’ernia, ho letto però che è l’effetto e non la causa, e che ci sono molti casi asintomatici. Potrei provare  l’osteopatia per stare meglio”
“Ho un tendine sfilacciato ma un osteopata mi ha detto che potrebbe essere frutto di una cattiva meccanica di più strutture; mi ha suggerito di trattare la masticazione, la clavicola, la mia scoliosi (o una qualsiasi peculiarità personale collegabile alla spalla) e così poterla rieducare togliendo il sovraccarico dal tendine”
“Ho l’artrosi, ma non credo sia normale aver male solo perché ho 55 anni, e che non possa fare nulla per migliorare la situazione”

Bisogna quindi chiedersi “cosa posso fare?”; non limitarsi ad una visione ristretta sull’area corporea dolente, incentrata sulla patologia, e perciò molto parziale. Necessario non accettare sentenze che spengano ogni speranza per la loro mancata concretezza (l’ernia, l’artrosi, l’età… etichette senza speranza).

Questa dovrebbe essere la nuova forma mentis di chi vuole concretamente migliorare la propria qualità di vita; ottimizzare, se non risolvere completamente, i propri problemi soprattutto se perdurano da mesi o anni.

Quel “cosa posso fare” denota praxis, azione, contrapposta all’immobilità teorica indotta da una diagnosi infausta; l’agire per cambiare la situazione. Non la passività di farmaci e iniezioni (utili in casi acuti di emergenza e come terapia a breve termine) ma la ricerca della pratica che produce il benessere.

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