Il movimento è sicuramente uno dei cardini per una buona salute. Attenzione però all’attività sportiva, sia essa dilettantistica o agonistica; l’osteopatia in questi casi potrebbe essere utile; ecco i perché.

La sollecitazione più o meno vigorosa e ripetuta del corpo, in maniera specifica per ogni sport, potrebbe portare con sé dei rischi. Nel tennis potrebbe manifestarsi il gomito del tennista, ma anche la scherma è suscettibile ad epicondilite o epitrocleite; nello scii si presentano risentimenti o traumi alle ginocchia, così come nel calcio; il nuoto sollecita schiena e spalle, ancor più la pallavolo a cui si aggiungono le cadute; il golf interessa molto il rachide…

All’aumentare degli allenamenti e del volume di lavoro corrisponde un aumento degli infortuni e delle infiammazioni. Attenzione quindi ad approcciarsi ad uno sport senza un’adeguata conoscenza e ascolto del corpo; e attenzione al voler sempre di più da esso.

Per questi motivi si rende necessaria un’accurata indagine preventiva. La sensibilità e l’ampia visione dell’osteopata permettono di individuare e trattare le restrizioni (muscolo-scheletriche, viscerali, fasciali o cranio-sacrali) prima che il corpo venga sottoposto al carico di lavoro e dia manifestazioni negative. Esse possono essere infiammazioni, infortuni, oppure prestazioni meno brillanti di quanto potrebbero essere.

In base poi alle caratteristiche dello sport, alla frequenza e all’intensità degli allenamenti, ma soprattutto in base alle fragilità che ognuno di noi possiede perché stratificatesi nel tempo (storia clinica e conformazione personale) si può procedere ad una manutenzione periodica (ad uno/tre mesi) per sincerarsi che non vi siano sovraccarichi pericolosi nel lungo termine.